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Infermieri e la sfida della prevenzione di LdP neonatali e pediatriche

Cosa significa prevenire lesioni cutanee sin dalla prima ora di vita

Pubblicato il 04/12/2023 di Monica Vaccaretti

L'età dei pazienti ricoverati in una terapia intensiva pediatrica cardiochirurgica è variabile: Il range va da un'ora di vita sino ai 18 anni, racconta una delle infermiere che ha partecipato alla prima edizione della Pediatric MasterClass presso l'Ospedale Bambino Gesu.

Considerando che l'incidenza dei bambini con patologie cardiochirurgiche congenite o con disturbi del ritmo cardiaco è elevata, occorre tenere presente che a causa dell'alterazione del circolo sanguigno essi sono maggiormente a rischio di compromissione dell'ossigenazione e dell'integrità cutanea.

Il trattamento parte dalla prevenzione, qualora possibile, in tutti i pazienti che arrivano nel nostro reparto dopo un'ora dalla nascita o nei primi giorni di vita, anche da altri setting ospedalieri regionali ed extraregionali, specifica. Qualora presentino già all'ingresso delle lesioni, valutiamo la condizione della cute, indichiamo lo stadio e procediamo al trattamento più adeguato. Se invece la cute è integra, mettiamo in atto una prevenzione efficace anche se non è facile in pazienti in assistenza cardiaca che presentano dei decubiti obbligati.

La prevenzione parte dalla famiglia

Il primo approccio - continua l'infermiera di Terapia Intensiva cardiochirurgica -, quando il bambino è sedato, si instaura con i genitori, anche sotto l'aspetto emotivo. Poi, qualora il paziente venga svegliato e quindi torna ad uno stato di coscienza, andiamo ad interagire con lui, nella maniera più appropriata secondo la fascia di età.

L'interazione, volta anche ad ottenere la migliore compliance, sarà di contatto con il neonato e più complessa con il bambino.

Sottolineando che le aeree di terapia intensiva registrano le maggiori incidenze di lesioni nelle prime 48 ore (circa l'80%), l'infermiera ricorda quanto sia quindi fondamentale la prevenzione della lesioni cutanee anche attraverso un'attenta valutazione dello stato della cute al momento dell'ingresso in reparto.

Riguardo alla formazione infermieristica, essa si sta allargando sia con la partecipazione al master specifico sia con le conoscenze condivise tra colleghi da parte di infermieri che vi hanno già partecipato ed hanno concluso il proprio percorso formativo.

In un reparto di cardiochirurgia intensiva, spiega ancora l'infermiera, in cui è importante il monitoraggio continuo di numerosi parametri ed indicatori, si hanno a disposizione vari tipi di device necessari per il mantenimento della stabilità emodinamica del paziente. Sono presenti molte assistenze cardiache esterne, ossia dei macchinari - anche di notevoli dimensioni, ideati per il paziente adulto - che la ricerca tecnologica sta cercando nel tempo di ridurre e di adattare alle dimensioni pediatriche. La dimensione idonea di un device non è un aspetto trascurabile: Le dimensioni vanno ridotte perchè dopo essere usciti dal momento più critico della condizione è opportuno non avere ulteriori danni cutanei e sedi di infezione, conclude.

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