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COVID-19

Gli infermieri accusano il colpo dopo 12 mesi di pandemia

di Redazione

Ansia, stress, depressione, insonnia e difficoltà ad affrontare il turno di lavoro. Gli infermieri, in prima linea nella lotta a Covid-19 da un anno, stanno manifestando sintomi psico-fisici che preoccupano. A sondare le condizioni del personale infermieristico della provincia di Udine è stato il sindacato NurSind, che somministrando un questionario ha voluto scattare una fotografia di quanto la pandemia abbia inciso sui livelli di stress e sul tono dell'umore.

Emergenza Covid-19, preoccupano conseguenze psico-fisiche sugli infermieri

Ansia e difficoltà a dormire: gli infermieri accusano 12 mesi di pandemia

La pandemia Covid–19 ha messo in discussione il benessere psico–fisico degli operatori sanitari in generale, e degli infermieri in particolare, in tutto il mondo, tanto che l'impatto psicologico dell'emergenza è stato valutato attraverso numerosi studi pubblicati in letteratura.

A sondare le condizioni del personale infermieristico impegnato negli ospedali dell'AsuFc, sul territorio, nelle case di riposo e nelle Rsa è un sondaggio condotto dal sindacato NurSind.

L'obiettivo - spiega il segretario territoriale Afrim Gasili - è analizzare come la pandemia abbia inciso e incide sui livelli di stresse sul tono dell'umore tra gli infermieri e le ostetriche.

I sintomi frequenti, come ansia, stress, depressione e insonnia, sono presenti in oltre 37% degli intervistati. In tempi non sospetti avevamo ribadito che dopo questa epidemia, che tutti quanti ci auguriamo che finisca al più presto, ce ne sarà un'altra tra il personale sanitario, legata allo stress psicofisico e ad altri disturbi.

I ritmi di lavoro massacranti, la paura costante di contagiare sé stessi e le persone care, la perdita continua di vite umane, la disorganizzazione lavorativa, gli spostamenti senza criterio e la perdita di fiducia nella direzione generale che il 77%di loro denuncia, ha aumentato a livelli esponenziali i fattori di rischio

Ma è sondando la sfera degli affetti e quella emotiva che si comprende il vero costo della pandemia: più del 9% delle persone intervistate ammette che il lavoro crea problemi in famiglia quotidianamente; solo il 6% afferma che non ne crea affatto. E scende alla metà il numero degli infermieri che assicura di non avere rilevanti problemi psicofisici determinati dal lavoro, gli altri dichiarano disturbi più o meno frequenti fra i quali primeggia l'insonnia, la delusione, l'ansia e la paura. Il 68% del personale afferma di essere demotivato - afferma Gasili - questo non emerge solo d ali'indagine, ma anche dal crescente numero di infermieri che si licenziano e scelgono di lavorare nelle strutture private, o come liberi professionisti con partita Iva.

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