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COVID-19

La curva sale per determinanti non modificabili

di Monica Vaccaretti

La variante Pirola JN.1, una sottovariante di BA.2.86, è in parte responsabile dell'aumento dei casi di Covid-19 in Italia, dove crescono i ricoveri sia in area medica (11,9%) che nelle terapie intensive (2,7%) come emerge dal monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità. Anche se i ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB (EG.5 e Eris) risultano maggioritari tra i sequenziamenti disponibili nella piattafoma nazionale Co-Gen, la flash survey dell'ISS evidenzia che il sottolignaggio JN.1, più trasmissibile e con possibile fuga immunitaria, è in crescita.

Monitoraggio Covid: nuovi casi in diminuzione, ma aumentano i ricoverati

ISS: i ricoveri generati dal Covid continuano a salire. Dal 10,7 all’11,9% è aumentato il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di medicina, dove i ricoverati sono ora 7.426, quasi duemila in più di quelli conteggiati solo due settimane fa.

Dal report si evidenzia che il tasso di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di mortalita aumentano con l'età. Risultano maggiormente colpite infatti le persone over 90, anche se l'età mediana alla diagnosi è di 59 anni.

L'incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati, sostanzialmente stabile in tutte le regioni italiane rispetto alla settimana precedente, risulta più elevata nel Lazio (148 casi per 100mila abitanti) e più bassa in Sicilia (2 casi su 100mila). La percentuale di reinfezione è di circa il 45%. L'indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi che necessitano di ricovero ospedaliero è sotto la soglia epidemica (0,80).

Dalla dashboard del Ministero della Salute risulta che al 14 dicembre sono soltanto 1.459.547 le dosi di vaccino anti-Covid aggiornate con XBB.1.5 somministrati dall'inizio della campagna vaccinale, il 58% delle quali è concentrato in tre regioni (Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana).

Nonostante le raccomandazioni del Ministero della Salute i tassi di copertura negli over 60 e soprattutto negli over 80 rimangono molto bassi a livello nazionale, mediamnete a zero in quasi tutte le regioni del Sud Italia. Ha aderito alla vaccinazione mediamente soltanto il 7% della popolazione appartente a categorie prioritarie da proteggere (anziani, immunodepressi, operatori sanitari).

Da un recente studio pubblicato su MedRxiv The preprint server for health sciences, condotto nei Paesi Bassi dal 9 ottobre al 5 dicembre 2023 (Early COVID-19 vaccine effectiveness of XBB.1.5 vaccine against hospitalization and ICU admission), è stato dimostrato che il richiamo del vaccino anti-Covid aggiornato a XBB.1.5 induce un netto aumento di anticorpi in grado di neutralizzare anche le più recenti varianti e che la presenza di anticorpi neutralizzanti è un indice importante di protezione nei confronti della malattia grave. Secondo le nuove evidenze protegge al 71% contro l'ospedalizzazione e al 73% contro il ricovero in terapia intensiva.

Secondo Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità Pubblica, la nuova ondata Covid è veramente imprevedibile, perché le coperture vaccinali sono ridicole, la comunicazione istituzionale è assente o rassicurativa e la promozione delle misure di sanità pubblica è inesistente.

Gli anziani sono grandemente a rischio, ha avvertito il presidente della Fondazione Gimbe commentando il nuovo aumento di casi Covid-19 nell'ultimo mese. Il governo formalmente non ha sbagliato nulla, fornendo raccomandazioni e indicazioni nelle circolari di agosto e settembre. Tuttavia pensa troppo al consenso dei no vax, denuncia Nino Cartabellotta.

Così chi si occupa di Covid-19 e di vaccini ne deve parlare a bassa voce. Ha spiegato che, oltre al fenomeno della stanchezza vaccinale, ampiamente diffuso tra la popolazione, e alla continua disinformazione sull'efficacia dei vaccini, il governo ha ritardato nella consegna e nella distribuzione dei vaccini alle Regioni, c'è stato un insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di medicina generale, non c'è stata la chiamata attiva dei pazienti a rischio e ci sono difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione. Su nessuna di queste criticità il ministero ha avuto un ruolo attivo, sia in termini di coordinamento delle Regioni, sia soprattutto di comunicazione alle persone a rischio.

Dopo l'abrogazione dell'obbligo di isolamento per i soggetti positivi, la sottostima dei nuovi casi rispetto all'effettiva circolazione virale è inevitabile perchè il monitoraggio è di fatto solo su base volontaria, continua Cartabellotta. Con l'utilizzo diffuso dei test antigenici fai da te la positività viene comunicata ai servizi epidemiologici soltanto occasionalmente, cioè quando è il medico a prescrivere l'esecuzione di un tampone ufficiale presso una struttura sanitaria o in farmacia.

Non ritengo serva una stima più accurata della circolazione virale dato che le varianti attuali raramente causano malattia grave in soggetti sani sotto i 60 anni di età. Saper che i casi reali sono il doppio o il triplo di quelli certificati con cambierebbe comunque la strategia di salute pubblica che attualmente è basata solo sulla protezione di anziani e fragili, sottolinea.

Spiega ancora che l'aumento attuale è dovuto a molteplici determinanti non modificabili: la stagione invernale, la progressiva riduzione dell'immunità da vaccino o da infezione naturale e la sostanziale assenza di misure di protezione individuale.

Ritiene pertanto che i casi continueranno a salire fintanto che non sarà ripristinato un adeguato livello di protezione immunitaria della popolazione. Attualmente la circolazione del viirus può essere limitata solo con l'uso delle mascherine ffp2 in luoghi affollati e al chiuso, misura fortemente raccomandata a tutti gli anziani e ai fragili che non hanno ancora fatto il richiamo o non intendono farlo.

Secondo Cartabellotta, la recente proposta del Ministro Schillaci di organizzare open day vaccinali nei prossimi giorni non sarà sufficiente per assicurare in tempi rapidi una buona copertura vaccinale di anziani e fragili.

Avrebbero dovuto essere proposti a inizio novembre, non appena la curva epidemiologica ha ripreso a salire. Pertanto gli open day permetteranno di superare eventualmente solo in parte gli ostacoli logistico-organizzativi per chi vuole fare il richiamo ma non avranno alcun ruolo per convincere gli scettici a rischio di malattia grave, ha concluso il Presidente di Gimbe, sottolineneando che purtroppo mancano la volontà politica e la capacità tecnica di imparare ed applicare la lezione della pandemia.

Infermiere

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