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COVID-19

Nursind: tamponi e test sierologici per i sanitari a rischio

di Redazione Roma

La richiesta del sindacato degli infermieri è chiara: occorrono tamponi periodici e test sierologici per il personale sanitario, sociosanitario per coloro che lavorano in zone a rischio contagio. Il segretario provinciale del Nursind Roma, Barone: Screening necessario in vista della terza dose, anche per comprendere in che modalità e tempi sia necessaria per l’intero comparto.

Tamponi e test sierologici per tutti, la richiesta del NurSind

Tamponi e test sierologici per infermieri, Oss e tutti coloro che lavorano all’interno di zone a rischio contagio. È la richiesta avanzata dal Nursind, e solo pochi giorni fa l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato i numeri aggiornati sui sanitari contagiati da Covid-19: nel periodo preso in esame – dal 31 maggio al 12 settembre 2021 – sono stati 4.269 i contagiati, di cui 3.825 a partire dal 12 luglio. Il dato corrisponde a una percentuale dell’1,72% su un totale di 248.396 soggetti nella fascia d’età dai 20 ai 65 anni.

Fermo restando le rassicurazioni del direttore del reparto di epidemiologia Iss, Patrizio Pezzotti (l’1,72% non è un numero di grande diffusione. La cautela è importante ma allo stato attuale non vediamo questa forte evidenza di aumento dei contagi tra i sanitari), la preoccupazione non manca, e un dato induce ancora di più a riflettere: dal 20 agosto scorso al 20 settembre si sono ammalati in media 56 sanitari al giorno, dei quali, lo dice l’Inail, l’82% sono infermieri (sono i professionisti sanitari i più colpiti dal contagio, avendo il maggior contatto fisico coi pazienti).

Percentuale che non lascia indifferente il segretario provinciale del Nursind Roma, Stefano Barone: Eravamo ben consci del fatto che il vaccino non ci tiene lontani dal contagio. Certo si è abbassato notevolmente il rischio di finire in terapia intensiva oppure di morire per complicanze dovute al coronavirus. Ed ecco che il sindacato degli infermieri si rivolge agli addetti ai lavori, chiedendo che vengano concessi tamponi al personale sanitario nonché controlli sierologici per monitorare gli anticorpi. Uno screening indispensabile in vista della terza dose, anche per comprendere in che modalità e tempistiche sia necessaria per il settore sanitario (sul tema è intervenuto il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che si era già espresso in merito ai chiarimenti, attraverso una circolare, del Ministero della Salute sullo stop ai sanitari no vax: «Le categorie di professionisti, non solo quella dei medici, vanno monitorate perché qualora la curva dovesse ricominciare a salire, sarebbe fondamentale fare la terza dose»).

Va da sé una considerazione: i sanitari sono stati i primi a vaccinarsi poiché i più esposti al Covid, in trincea contro un virus che ha messo in ginocchio il pianeta. A distanza di mesi tornano a contagiarsi, ed occorre prendere le dovute contromisure. Come organizzazione sindacale non vorremmo che si ripetesse, causa mancanza di controlli, ulteriori cluster negli ospedali capitolini che andrebbero inevitabilmente a colpire il personale sanitario operante all’interno delle strutture territoriali ed ospedaliere, prosegue Barone. Occorrerebbero dei tamponi periodici da fare al personale almeno ogni quindici giorni per assicurare che non ci siano positivi, perché gli infermieri sono comunque a rischio di contrarre l’infezione e di portarla all’interno dei reparti, potenzialmente contagiando i pazienti, conclude.

Giornalista

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