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Editoriale

La pandemia non si combatte con i capri espiatori

di Giordano Cotichelli

Essere regione di confine, durante una pandemia, significa vedere aumentato il rischio di diffusione del virus covid-19 a causa dell’alto numero di traffico commerciale, veicolare e quant’altro che la caratterizza. Il Friuli Venezia Giulia è regione di confine con paesi con alti tassi di contagio. Oggi 29 novembre, il Friuli Venezia Giulia entra in zona gialla e molti puntano il dito contro i manifestanti no vax che diventano subito i capri espiatori.

Il Friuli Venezia Giulia diventa zona gialla

Da oggi – lunedì 29 novembre – il Friuli Venezia Giulia entra in zona gialla e comincerà per questo ad adottare le disposizioni del cosiddetto super green pass, una settimana prima del resto del paese. I motivi sono legati ad un picco preoccupante dei contagi, delle morti e della pressione sugli ospedali che sta interessando la regione ormai da settimane. I più hanno da subito puntato il dito sulle manifestazioni dei no vax – no green pass, avute nelle settimane scorse a Trieste. Rilievo interessante ma che rischia di essere depistante.

Va ricordato che il Friuli è la regione che confina con paesi che hanno alti tassi di contagio. Uno di questi, l’Austria ha introdotto un lockdown nazionale e presto adotterà l’obbligo vaccinale, data la grave situazione in atto. Essere regione di confine, durante una pandemia, significa vedere aumentato il rischio di diffusione del virus a causa proprio dell’alto numero di traffico commerciale, veicolare e quant’altro che la caratterizza, e questo, indubbiamente, non facilita le cose.

Ciò nonostante, non pochi si-vax puntano il dito sulle manifestazioni di protesta come causa scatenante. E queste, giunte in alcuni centri importanti, come Milano, al 19° sabato di protesta, continuano serrate, nonostante i molti divieti emanati. Un quadro che facilita ancora di più l’alzarsi della tensione e del malcontento, in maniera sempre più esplicita fra vaccinati e non vaccinati, come sta accadendo, ad esempio, in Val Gardena, in un’altra regione di confine con alti tassi di contagio e discutibili scelte di autoimmunizzazione a base di Covid-party.

No vax, no green pass: capri espiatori perfetti nel bene e nel male

I media poi non aiutano a smorzare la tensione. Anzi, sembra che il messaggio sia, sin dall’inizio della pandemia, mostrare i cattivi no-vax come esempio negativo da non seguire, quale immediato simbolo propagandistico che dovrebbe far leva sulla psicologia inversa dei consumatori. Scelta che, visto l’alto numero dei non vaccinati, ha mostrato tutti i suoi limiti, nonostante si sia rivelata funzionale a permettere alla politica italiana, gravida di molte responsabilità “pandemiche”, di andare avanti.

Augurarsi che un si-vax o un no-green pass si ammalino, per dimostrare le proprie singole certezze, alimenta virus molto più cattivi del Sars-CoV-2

Sì, perché i no vax/no green pass sono il capro espiatorio perfetto, nel bene e nel male. Da un lato sono i cattivi esempi contro cui puntare il dito accusatore. Dall’altro diventano un interessante elettorato cui strizzare l’occhio, anche da posizioni istituzionali, senza fare nulla del resto per cambiare le cose, se non dichiararsi ipocritamente free-pass, e mantenersi sul filo dell’attenzione mediatica con uscite di vario tipo, tutte discutibili. Ultima in ordine di tempo, quella che è stata caratterizzata dall’ennesimo paragone dei non vaccinati confinati in casa, alle vittime, come gli ebrei, di leggi discriminatorie. A farlo è stata un’assessora della giunta di centro-destra di Senigallia (AN), in una regione che anche in questo caso comincia a sentire il fiato sul collo per l’aumento dei contagi, dei malati e dei morti, e della saturazione dei posti letto.

Insomma chi governa distoglie l’attenzione sul mancato espletamento delle sue funzioni istituzionali o prendendosela con i no-vax, o cianciando, all’opposto, di supposte libertà vaccinali, sperando di far dimenticare le responsabilità istituzionali della cattiva gestione della pandemia, e quelle politiche che, in ogni governo passato, hanno distrutto garanzie lavorative, sicurezze sociali e tutele sanitarie, favorendo così un depauperamento molto funzionale al dilagare della pandemia e della vacuità politica.

In un cartello esposto durante una manifestazione no-vax è stato scritto: I vaccinati contagiano! Green pass = bugia!. Affermazione che si fa forte del fatto che anche fra i vaccinati ci sono malati e vittime, ma che dimostra come la valutazione fatta si ferma ad una lettura piatta del dato, senza prendere in considerazione alcun elemento di contesto, evitando comparazioni di sorta, e mostrando in questo l’incapacità di ragionare sui dati probabilistici, arrivando così a confondere le possibilità con le probabilità che un evento accada.

In parole povere: è vero che chi è vaccinato può ammalarsi, al pari di chi indossa le cinture può subire un trauma o come chi usa un profilattico può infettarsi di una MST (Malattia sessualmente trasmissibile), ma in questo la determinazione probabilistica non può essere trascesa.

Un’escalation di rabbia mista a paura che ci auguriamo finisca presto

Nel caso del Covid-19, nell’ultime settimane, l’aumento dei contagi ha riguardato per il 51% delle ospedalizzazioni, il 64% dei ricoveri in T.I., e il 45,3% dei decessi una popolazione di non vaccinati che, numericamente è molto più piccola dei vaccinati e di conseguenza vede enormemente aumentato il dato probabilistico di contagiarsi. Ciò nonostante l’uso del perfetto capro espiatorio della cattiva gestione della pandemia non viene meno, mentre i vaccinati si sentono sempre più legittimati a diventare intolleranti.

Un’escalation di rabbia mista a paura che ci auguriamo finisca presto, assieme alla pandemia e che soprattutto rende manifesto come sia necessario, specie da chi subisce maggiormente tutta questa brutta situazione, essere presenti nelle piazze per l’aumento smodato di tariffe, carburanti, utenze e molto altro, denunciando lo sciacallaggio fatto da chi ha offerto tamponi di ogni tipo, facendoli pagare a peso d’oro, o si è fatto bello, in talk show vari, della frustrazione con comparsate serali anche in questo caso profumatamente pagate.

NurseReporter

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