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COVID-19

Varianti e vaccini, le nuove indicazioni dell'ISS

di Monica Vaccaretti

L'Organizzazione Mondiale della Sanità continua a monitorare la comparsa e la circolazione delle varianti SARS-CoV-2 che destano preoccupazione al fine di determinare se sia necessario modificare le raccomandazioni relative alle misure non farmacologiche attualmente in vigore. Sulla base delle evidenze, del parere degli esperti mondiali e dell'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e alla luce dell'evoluzione del quadro epidemiologico, dei recenti fatti di cronaca e delle conoscenze scientifiche aggiornate, il gruppo di lavoro dell'Istituto Superiore di Sanità - in collaborazione con AIFA, Inail e Ministero della Salute – ha redatto il 13 marzo un importante documento relativo alle “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Sars-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti Covid-19”.

Indicazioni ISS su prevenzione e controllo varianti Sars-CoV-2

Sebbene siano ancora in corso valutazioni accurate su un maggior grado di pericolosità delle varianti di SARS-CoV-2 circolanti in Italia a campagna vaccinale attualmente in corso, è sembrato utile rispondere celermente a diversi quesiti per fare chiarezza nell'opinione pubblica e fornire indicazioni specifiche basate sulle migliori evidenze scientifiche ad oggi disponibili.

Il documento evidenzia, per quanto riguarda la vaccinazione di massa, che al momento sono tre i vaccini approvati dalla European Medicines Agency (EMA) e autorizzati dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in Italia: BioNtech/Pfizer, Moderna, AstraZeneca. Tutti e tre i vaccini sono indicati per l'immunizzazione attiva per la prevenzione della malattia Covid-19 sintomatica nei soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. Gli studi clinici condotti finora hanno permesso di dimostrare l'efficacia dei tre vaccini nella prevenzione delle forme clinicamente manifeste di Covid-19, anche se la protezione, come per molti altri vaccini, non è del 100%.

Sulla base dei dati delle procedure autorizzative, risulta che il vaccino Pfizer protegge al meglio dalla malattia sintomatica a partire da circa una settimana dopo la somministrazione della seconda dose che deve essere somministrata a distanza di 21 giorni. Tuttavia, le evidenze mostrano una certa protezione anche dopo una decina di giorni dalla prima dose.

Per quanto riguarda il vaccino Moderna la vaccinazione prevede due dosi a distanza di 4 settimane (28 giorni) e la protezione risulta ottimale a partire da due settimane dopo la seconda dose. Per quanto riguarda il vaccino prodotto da AstraZeneca (la cui somministrazione è stata temporaneamente sospesa da AIFA il 15 marzo 2021, in attesa del parere EMA) la protezione inizia circa 3 settimane dopo la somministrazione della prima dose e persiste fino alla dodicesima settimana quando deve essere somministrata la seconda dose di vaccino.

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