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Testimonianze

Il coraggio di scegliere la stomia per tornare a vivere

di Sabrina Pensabene

Questa è la storia di Marco, uno dei nostri assistiti, che all’età di 64 anni si è trovato a dover prendere una decisione importante. Definitiva. Una diagnosi nefasta che piomba sulla sua strada e, nonostante la rabbia e l’afflizione, una voglia fuori dal comune di aggrapparsi alla normalità della vita quotidiana. Tra questi due poli, un microcosmo fatto di valutazioni, scelte, terapie, interventi chirurgici, tenacia. Insomma, fatto di cura e dignità.

Marco, quando la stomia è una scelta per riprendersi la vita

Tutto comincia circa tre anni fa, con una diagnosi di tumore del retto. A Marco viene prospettato il trattamento chirurgico di resezione anteriore del retto con il confezionamento di una ileostomia di protezione escludente temporanea associata ad un programma di chemio-radioterapia.

Destabilizzato. Così si sente Marco di fronte a questo scenario. Che fine stai facendo, Marco, si ripete nel mezzo di un’altalena umorale che oscilla tra negatività, rabbia e rassegnazione all’idea di un suo nuovo essere ed apparire. I primi miglioramenti del quadro clinico e gli evidenti risultati positivi della terapia, però – complice il passare del tempo – fanno cambiare prospettiva a Marco, che inizia ad intravederci una seconda possibilità di vita. Chiuso il percorso oncologico terapeutico e prescritti gli esami preoperatori, viene eseguito l’intervento di chiusura della stomia e per Marco sembra chiudersi questa parentesi di vita.

Una brutta esperienza che fortunatamente è finita bene

Marco inizia così il percorso di riabilitazione sfinteriale, che però non ha esito positivo e lo porta invece ad un periodo di incontinenza fecale altamente invalidante costringendolo a rimanere costantemente in casa. Via di nuovo con ulteriori terapie e controlli medici, culminati in una diagnosi di stenosi dell’anastomosi colo rettale.

È a questo punto che la situazione psicologica di Marco torna a vacillare. Questa complicanza – che porta con sé una serie di dilatazioni da dover eseguire sull’anastomosi in modo programmato presso il centro endoscopico del nostro ospedale – sembra annientare tutti gli sforzi fatti in precedenza.

La sfortuna mi perseguita.
Succede tutto a me, ma cos’ho fatto di male?

Nonostante lo sconforto, però, Marco non molla. Anche grazie al supporto fondamentale e determinato dei familiari accetta (non senza rassegnazione, a dire il vero) anche questo percorso che sembra andare nel verso giusto. Se non fosse che dopo circa due mesi Marco si ripresenta di nuovo a visita chirurgica riferendo episodi febbrili e probabile presenza di feci nelle urine.

Eseguiti i controlli del caso, viene diagnostica una fistola retto vescicale che lo obbliga a portare un catetere vescicale a permanenza e ad una nuova valutazione chirurgica, durante la quale gli viene proposto il confezionamento di una nuova stomia sul colon, questa volta definitiva e che gli avrebbe permesso, mediante le irrigazioni del colon, di stare senza il presidio di raccolta.

La ricerca preoperatoria del sito dove confezionare la stomia non è stata semplice per noi Stomiste. In seguito ad attente valutazioni dell’addome siamo riuscite ad individuare la zona più consona con la speranza che il chirurgo avesse la possibilità di farci arrivare l’ansa del colon.

Infermiere

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