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Emilia Romagna, al via gli ambulatori per i codici bianchi

di Redazione Roma

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Saranno operativi da settembre gli ambulatori per i codici bianchi e a bassa complessità affidati ai medici della continuità assistenziale, come da accordo sottoscritto lo scorso maggio, per rafforzare la rete assistenziale dell’emergenza-urgenza. Al contempo saranno attivati tutti gli strumenti utili ad aumentare il valore economico riconosciuto per le prestazioni aggiuntive che sia i medici sia i professionisti sanitari dipendenti svolgono fuori dal normale orario di lavoro, presso i Pronto soccorso per fronteggiare la contingente situazione di criticità. E proprio sull’importanza del lavoro compiuto dal personale sanitario si è espresso, intervistato da Nurse24.it, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini: I sanitari rappresentano il nostro capitale umano, il bene più prezioso.

Ambulatori a bassa complessità operativi da Settembre

Impegni che la Regione Emilia-Romagna ha assunto al termine dell’incontro, a Bologna, con l’intersindacale medica (Aaroi Emac, Anaao Assomed, Federazione Cimo-Fesmed, Cisl medici, Fp Cgil, Fp Uil, Fvm). Dunque, in Regione è stato fatto il punto sulle difficoltà che, giorno dopo giorno, il personale dipendente dei Pronto soccorso dell’Emilia Romagna si trova ad affrontare.

E proprio del presente – ma anche del futuro – dei temi che riguardano la sanità della regione governata da Stefano Bonaccini, si è espresso l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, intervistato da Nurse24.it. Esattamente un anno fa, dopo gli scontri – anche duri – con i sindacati e gli Ordini dei medici dell’Emilia-Romagna, la Giunta regionale aveva approvato nella seduta del 26 luglio il progetto di legge (tanto contestato) che introduce in tutte le aziende sanitarie la nuova figura del Direttore Assistenziale. Una figura che l’assessore Donini ritiene indispensabile nel contribuire alla visione strategica delle Asl, definendo al contempo l’istituzione della direzione assistenziale uno strumento di valorizzazione e responsabilizzazione delle professioni sanitarie.

E ancora, nel corso dell’intervista è emersa l’incidenza del Patto per il Lavoro e per il Clima quale vera e propria cabina di regia del Piano nazionale di ripresa e resilienza con le parti sociali, i territori e tutte le componenti della società regionale, per un uso pieno ed efficace dei fondi del Pnrr. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la sanità territoriale. Una direzione verso cui abbiamo già da tempo concentrato i nostri sforzi – incalza l’assessore regionale alla Salute – al punto che proprio in Emilia-Romagna sono attive, da tempo, 128 Case della Salute su poco più di 500 presenti a livello nazionale.

L’intento della Regione Emilia-Romagna è proseguire proprio su questa tracciato, raggiungendo un totale di 170 Case attive entro il 2030. A questo proposito, l’assessore Donini prende l’esempio, già attuale, di Bazzano in Valsamoggia (Bologna), dove ci sarà sia una Casa della comunità sia un Ospedale di Comunità per potenziare i servizi di prossimità. Investiremo anche nell’ospedale “Don Giuseppe Dossetti”. La nuova assistenza territoriale si espliciterà, ovviamente, anche altrove. Ed emerge tutta l’importanza degli ospedali hub – come l’ospedale Maggiore Carlo Alberto Pizzardi oppure il policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna – che operano in collegamento con i presidi ospedalieri territoriali (spoke). Tutto ciò parte di una rete che si tiene insieme.

Insomma, come anticipato, in Regione l’appuntamento è a settembre per un lavoro congiunto sul piano tecnico in cui riprendere le altre proposte di riorganizzazione inerenti la rete assistenziale dell’emergenza-urgenza in stretto raccordo con la specialistica e la medicina territoriale. Intanto però si lavora sul presente, e l’assessore Donini commenta il Decreto Aiuti bis pubblicato in Gazzetta Ufficiale. È certamente necessario, ma non ancora sufficiente per quanto riguarda la spesa sanitaria in Italia. Ci aspettiamo che chi arriverà a settembre consideri che sulla sanità bisogna mettere mano al finanziamento del fondo nazionale. Ci sono anche altre risorse come quelle del payback sui dispositivi medici, che hanno un importo di oltre 2 miliardi di euro.

Secondo l’assessore Donini, pertanto, la sanità è stata considerata centrale nel pieno dell’emergenza Covid e deve continuare ad esserlo. Di più. Esprime tutta la propria considerazione al personale sanitario, sempre più carente nei numeri a livello Paese. I sanitari rappresentano il nostro capitale umano, sono il bene più prezioso. Il fondo nazionale va implementato proprio per formare e produrre dei professionisti che facciano funzionare, nel miglior modo possibile, il Sistema sanitario nazionale.

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