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COVID-19

Dal Ministero tre nuove circolari per frenare Sars-CoV-2

di Monica Vaccaretti

Considerata l'attuale evoluzione del quadro clinico dei casi di malattia Covid-19 nonché della corrente situazione epidemiologica, il Ministero della Salute ha aggiornato le indicazioni sulle misure di prevenzione della trasmissione del virus SARS-CoV-2 elaborando tre specifiche circolari con indicazioni riportate nel dettaglio.

Eliminato obbligo isolamento, ma ai positivi è consigliato restare a casa

test covid-19

Nuove indicazioni da parte del Ministero della Salute sulle misure di prevenzione della trasmissione del virus SARS-CoV-2.

Come anticipato nel decreto legge n.104 dello scorso 10 agosto, il governo ha abolito l'ultima restrizione legata alle misure di contenimento dell'infezione di SARS-CoV-2 togliendo l'obbligo all'isolamento dei soggetti positivi.

A ragione del provvedimento, il Consiglio dei Ministri ha riportato che tale obbligo era di fatto da tempo ampiamente disatteso da parte della popolazione. Così l'articolo 9 del Capo VI “Abolizione degli obblighi in materia di isolamento e autosorveglianza e modifica della disciplina del monitoraggio della situazione epidemiologica derivante dalla diffusione del virus SARS-CoV-2” modifica il decreto legge n. 52 del 22 aprile 2021 ed abroga l'articolo 10-ter che disciplinava l'isolamento e l'autosorveglianza.

Nella circolare n. 25613 dell'11/08/2023 “Aggiornamento delle misure di prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2” si specifica infatti che le persone con diagnosi confermata di COVID-19, risultate positive ad un test diagnostico molecolare o antigenico, non sono più sottoposte alla misura dell'isolamento.

Il Direttore Generale della Prevenzione sanitaria del ministero Francesco Vaia - già Dg dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma - specifica infine che per quanto riguarda le persone con diagnosi confermata di Covid-19 ricoverate in ospedale e per gli ospiti delle RSA si rimanda alle norme fin qui attuate e che non cambiano.

Per le persone che sono venute a contatto con casi di Covid-19 non si applica più nessuna misura restrittiva. Si raccomanda comunque che esse pongano attenzione all'eventuale comparsa di sintomi suggestivi di Covid-19 nei giorni immediatamente successivi al contatto di caso e viene riportato un breve elenco della principale sintomatologia: febbre, tosse, mal di gola, stanchezza.

Nel corso di questi giorni è opportuno, precisa la circolare, che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza. Se durante questo periodo si manifestano i sintomi è raccomandata l'esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare per SARS-CoV-2.

La circolare n. 25616 dell'11/08/2023 “Modifica periodicità della trasmissione dati di sorveglianza delle infezioni SARS-CoV-2 da giornaliera a settimanale” stabilisce che, come da modificazione dell'articolo 13 comma 7 del decreto legge n.24 del 24 marzo 2022, i dati ai fini del calcolo degli indicatori previsti dal sistema di monitoraggio connesso alla fase 3 dell'epidemia da SARS-CoV-2 (Circolare 14253 del 5 maggio 2023) vengano comunicati al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità da parte delle Regioni e delle Province Autonome con periodicità settimanale e non più quotidiana, con decorrenza immediata.

Si raccomanda alle Regioni e alle Province Autonome di continuare il monitoraggio quotidiano della situazione epidemiologica determinata dalla diffusione del virus nei propri territori e di rilevare le condizioni di adeguatezza dei sistemi sanitari regionali. Si invita altresì alla massima cautela nella valutazione di variazioni di tendenza significative che devono essere comunicate con immediatezza al Ministero della Salute e all'ISS anche ai fini della valutazione di un eventuale ripristino della periodicità quotidiana della trasmissione dei dati epidemiologici.

Alla campagna vaccinale sono invitati ad aderire anche gli operatori sanitari

Considerati tra le categorie di popolazione a rischio, i sanitari sono elencati al punto 4, dopo le persone di età superiore ai 60 anni, gli ospiti delle strutture per lungodegenti e le donne in qualsiasi trimestre di gravidanza, nel post partum e in allattamento.

Per sanitari si intendono tutti coloro che assistono negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza, compresi gli studenti di medicina e delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione.

Dopo i sanitari, la vaccinazione è offerta a tutte le altre persone dai 6 mesi ai 59 anni di età con elevata fragilità in quanto affetti da patologie o condizioni che aumentano il rischio di Covid-19 grave. Poiché l'elenco allegato alla circolare non può essere esaustivo, il Ministero invita a consultarsi con il proprio medico curante per la valutazione della personale storia clinica. Infine, viene indicata una determinata priorità nella somministrazione del vaccino ad alcune categorie di persone – tra queste anche gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e nelle lungodegenze - qualora, nella fase di avvio della campagna, non siano disponibili dosi sufficienti per garantire una immediata ed adeguata copertura. Si precisa che la vaccinazione viene estesa ed offerta anche ai familiari conviventi di tutti i soggetti delle suddette categorie.

Intanto nella circolare n. 25887 “Stima della prevalenza delle varianti VOC (Variant of Concern) e di altre varianti di SARS-CoV-2 in Italia” si precisa che continueranno le quick o flash survey ossia le indagini veloci con sequenziamento genomico di campioni positivi scelti a caso – tenendo comunque conto della rappresentatività geografica e possibilmente delle fasce di età - per individuare precocemente nuove varianti e determinare quali sono quelle in circolazione in Italia.

Pur essendo corrette, le ultime indicazioni ministeriali tolgono sostanzialmente ogni divieto ed ogni obbligo, rimandando definitivamente ogni responsabilità sulla diffusione del contagio al comportamento del singolo cittadino. Come si legge nelle ultime righe della circolare della Regione Veneto che recepisce le indicazioni ministeriali, risulta importante inoltre che tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie aggiornino le strategie informative volte a rendere consapevoli utenti e visitatori sulle buone norme di prevenzione, inclusa la raccomandazione di evitare di frequentare ospedali e RSA durante la positività.

Se si raccomanda e si consiglia soltanto, lasciando doverosamente ai cittadini libertà e coscienza di informarsi e di essere correttamente informati sulle nuove disposizioni, si rischia di perdere il controllo della situazione in un momento ancora delicato di un'epidemia che la popolazione verosimilmente non ha più in mente e che ha rimosso.

Alla luce delle due nuove varianti che già sono state segnalate negli ultimi giorni in rapida crescita in più Paesi viene da sollevare qualche preoccupazione. Con la previsione che diventi dominante, l'Oms ha allertato i Paesi sulla nuova variante di interesse EG5 che risulta già più trasmissibile, ammonendo di non smantellare le proprie misure di sorveglianza. Farlo sarebbe davvero poco lungimirante, ha dichiarato la dottoressa Maria Van Kerkhove consulente per la MERS/COV dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Occorre inoltre considerare che l'adesione alla terza dose non è stata buona e che la quarta, soltanto proposta, è stata un flop persino tra i fragili. Considerando inoltre che c'è poca adesione anche per il vaccino antinfluenzale, viene da dubitare che il richiamo annuale - che inizia dall'autunno 2023 e che continuerà probabilmente anche nei prossimi anni - possa avere un successo migliore.

Senza un'adeguata copertura, come capita per ogni vaccinazione, i virus ne approfittano e rialzano la testa. Poiché il Covid-19 viene ora considerato dal Ministero come una normale affezione respiratoria, resta l'auspicio che le persone, compresi gli operatori sanitari, siano responsabili ed osservino le comuni norme di prevenzione delle infezioni generali.

La norma ministeriale appare comunque vaga considerando che vengono prese misure soltanto a tutela dei fragili e non di tutte le persone, così che il contagio rischia di diventare incontrollato e, soprattutto, maggiormente sottostimato. Senza contare che l'automonitoraggio con antigenico, in caso di positività, non viene inoltre registrato e comunicato agli organi competenti e rappresenta quindi un dato perso.

Se la diffusione di Sars-CoV-2 provocherà nuove ondate di varia dimensione ce ne accorgeremo probabilmente soltanto se aumenteranno gli accessi dei casi gravi in ospedale. Il resto resterà diffusamente sommerso. I fragili, in fondo, sono ovunque e non sempre sappiamo chi sono per tutelarli.

Infermiere

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