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Dolore

Congresso Nazionale AISD, la 41esima edizione a Roma

di Daniela Berardinelli

Quest’anno Roma ha ospitato, dal 7 al 9 giugno, il 41° Congresso Nazionale dell’AISD, l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore, un appuntamento che si rinnova ogni anno e fondamentale per chi vuole continuare a studiare e aggiornarsi sul complesso fenomeno dolore. Temi ricorrenti del congresso sono stati le competenze specialistiche dei professionisti e la multidisciplinarietà, due elementi principali ed insostituibili per la gestione del dolore dell’assistito.

Roma, l'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore a congresso

41 congresso aisd

Il 41° congresso AISD si è tenuto a Roma, dal 7 al 9 giugno 2018

Per affrontare e gestire il dolore, acuto o cronico che sia, è necessario in primis ascoltare ed interrogare il paziente che è l’unica persona veramente in grado di poter descrivere il dolore provato.

La cosiddetta visione olistica del paziente parte, infatti, dal porre la persona al centro della nostra cura ed assistenza, partendo dai suoi bisogni clinico-assistenziali. Spesso siamo noi a doverci avvicinare a lui e non viceversa, siamo noi che dobbiamo entrare nel suo mondo, dove il dolore può imprigionarlo e costringerlo ad una qualità di vita che non più lo aggrada.

La terapia del dolore è del singolo paziente, ognuno è a sé, ognuno ha il suo dolore, con caratteristiche di intensità, genere e risposte diverse all’azione farmacologica e non.

Per compiere questo grande lavoro insieme ai nostri pazienti abbiamo bisogno di due elementi principali ed insostituibili: le competenze specialistiche e la multidisciplinarietà. Questi sono stati infatti i temi ricorrenti del congresso senza i quali la lotta al controllo del dolore è destinata a fallire miseramente.

Le competenze specialistiche sono trasversali sia alla professione medica che infermieristica, la valutazione del dolore come quinto parametro vitale non dovrebbe mai mancare all’interno delle nostre cartelle cliniche, eppure molti passi devono ancora essere compiuti, nonostante la Legge del 38 del 2010 ci abbia tracciato già da tempo la strada.

La mancanza di conoscenze specifiche nella valutazione e gestione del dolore colpisce ancora i clinici infermieri e medici, nonostante la farmacologia continui a proporre dei validi mezzi per contrastare l’aumento della percezione del dolore.

È quindi necessario continuare a puntare sulla formazione specifica in medicina del dolore, in maniera capillare, affinché produca una conoscenza omogenea e qualificata. La medicina del dolore deve quindi essere diffusa a tappeto all’interno di tutti i corsi di Laurea in Medicina e delle Classi Sanitarie, studiando anche modalità differenti ed innovative che possono oltrepassare la classica lezione frontale e concentrarsi maggiormente su scenari critici che implicano un’attenta valutazione del paziente e del suo contesto.

L’inter e la multidisciplinarietà sono imprescindibili e questo sottende dei validi ed efficaci canali comunicativi tra tutto l’entourage che assiste il paziente con dolore, concentrandosi maggiormente sulla figura del medico, dell’infermiere e del paziente stesso.

Valutazione del dolore, i temi del congresso

Il programma scientifico del congresso ha puntato molto sull’evidence-based; l’appropriatezza terapeutica e farmacologica si basa, infatti, al giorno d’oggi sulle evidenze scientifiche che la letteratura ci riporta in continuo aggiornamento. Le evidenze devono essere quindi la nostra guida per la costruzione di percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali e questo implica l’aggiornamento continuo dal quale nessun sanitario può sentirsi esulato.

I temi principalmente trattati quest’anno sono stati: il dolore nelle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, il dolore acuto, osteo-artrosico e post operatorio. Particolare attenzione è stata posta alla valutazione e gestione del dolore negli anziani, bambini, adolescenti e nei diversamente abili.

Una sessione congiunta medico-infermiere ha rimarcato l’importanza della comunicazione efficace nella terapia del dolore e nelle cure palliative; sono state esplorate inoltre le evidenze scientifiche delle terapie non convenzionali ed indagato approfonditamente il mondo degli oppiacei, dai rapid onset ai transdermici.

Gli infermieri nello specifico si sono soffermati sul dolore cronico e la qualità di vita che ne consegue, il dolore procedurale che spesso si cela dietro le manovre che compiamo routinariamente nei nostri reparti e sulle medicine non convenzionali.

Di spicco sono state anche le comunicazioni orali e i poster proposti dai partecipanti al congresso provenienti da tutta Italia, con i quali sono state sondate le conoscenze dei sanitari, le dinamiche e le variabili etniche del pain management, il dolore procedurale, la gestione del dolore in Pronto soccorso pediatrico, l’utilizzo della tecnologia per monitorare il dolore nei bambini tramite un’app.

Il dolore procedurale è stato indagato anche nell’area radiologica, un’attenta valutazione del dolore è stata effettuata ai pazienti sottoposti a TC encefalo e questo innovativo lavoro, proposto da Marco Grosso TRSM Coordinatore della Radiologia di Città della Salute e della Scienza di Torino, si è aggiudicato uno dei premi come miglior abstract Congresso AISD 2018.

Quello che ci portiamo a casa da questo intenso congresso non è solo uno scambio di cultura, ma anche la costruzione di una rete tra professionisti che si riuniscono non solo per puro intelletto ma per poter continuare a collaborare e crescere su una tematica ancora così difficile e ampia.

L’auspicio per l’anno futuro è che possa crescere ancora l’interdisciplinarietà con la costruzione di ulteriori sessioni congiunte medico-infermieristiche che mirano ad implementare la collaborazione tra professionisti in virtù di un’assistenza migliore e sempre più qualificata.

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