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Infermieri Forze Armate

Infermiere di Polizia e giusto inquadramento

di Redazione

Gli Infermieri di Polizia sono attualmente inquadrati come “revisori tecnici”, rispondono ad un Mansionario risalente al 1985 e non hanno l’obbligo di iscrizione all’IPASVI. Gli agenti-infermieri hanno chiarito la loro posizione in un apposito convegno tenutosi nella Capitale, all’interno del quale hanno ribadito la necessità di aderire ai dettami del D.M 739/94 e di essere riconosciuti quali professionisti laureati. Allo stato attuale sono sul più basso gradino gerarchico in Polizia di Stato, superati persino dai diplomati.

Chi è l'infermiere di Polizia?

Qual è l’inquadramento contrattuale in essere dell’Infermiere di Polizia e quale potrebbe essere quello futuro alla luce del riconoscimento possibile dei meriti e della formazione post-base?

È quanto si è chiesto Mauro Bellini, Revisore tecnico Infermiere della Polizia di Stato, intervenuto nei mesi scorsi a Roma durante l’evento realizzato dalla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI sul tema “L’Infermiere Militare nelle Forze Armate e di Polizia: uno sguardo al passato, una riflessione sul presente ed una considerazione sul futuro”.

Bellini ha iniziato tracciando le tappe storiche che hanno portato all’ingresso o alla formazione degli Infermieri nei vari corpi militari e di polizia dello Stato Italiano:

  • nel 1814 viene istituito il Corpo dei Carabinieri Reali;
  • con il Regio Decreto 728/1848 viene istituita l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e nasce la Guardia Nazionale;
  • con il Regio Decreto 1404/1852 viene istituzionalizzata la figura del Questore e costituito il Corpo delle Guardie di P.S.;
  • qualche anno più tardi, in pieno Regime Fascista, il Regio Decreto 1629/1930 dà vita al nuovo regolamento per il degli Agenti di P.S. e vengono istituite le cosiddette “Sale mediche” presso le scuole di Polizia e presso i reparti di maggiore importanza;
  • nel 1981, con la Legge n. 121, viene creato il “Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza”;
  • nel 1990, con la Legge n. 359, viene istituita ufficialmente la Direzione Centrale di Sanità.

Quando sono comparsi i primi infermieri in Polizia?

Attualmente l’Infermiere di Polizia è identificato come un “revisore tecnico” ed ha uno dei più bassi trattamenti economici e di carriera nella PS: per essere chiari, come un lavoratore qualsiasi che è dotato di terza media o di diploma superiore (al contrario l’Infermiere civile viene retribuito con Fascia D, ovvero Laureato di Primo Livello).

Ma vediamo cosa è successo durante la storia recente della Polizia di Stato. Bellini spiega che vi sono quattro tappe fondamentali da tener presenti:

  • tra il 1919 e il 1922 compaiono nella Regia Guardia gli Agenti addetti ai servizi tecnici (cominciano a venir fuori settori in cui diventa indispensabile avere conoscenze specifiche, come quello sanitario e nel nostro caso quello Infermieristico);
  • nel 1930 si ha la conferma esplicita della necessità di Poliziotti specializzati in vari ambiti e nascono gli “Agenti tecnici”;
  • il primo “Infermiere” in Polizia compare ufficialmente con l’art, 73 del Regio Decreto n. 1629 del 30 novembre 1930: “nelle sedi dove sono reparti superiori ai 60 uomini e presso le scuole di polizia sono istituite una o più sale mediche sotto la direzione dei sanitari del reparto… omissis… i direttori delle scuole di polizia ed i questori dovranno porre a disposizione del sanitario, per il numero di ore che sarà strettamente necessario, un agente che abbia possibilmente qualche pratica infermiera e che non potrà essere mutato se non in caso di necessità; tale agente sarà istruito dal sanitario e dovrà provvedere alla pulizia e all'igiene della sala medica e dare qualche assistenza agli infermi curati in caserma”;
  • occorrerà attendere il 1992 per la nascita del Primo Corso per Infermieri con requisiti previsti dall’allora normativa italiana: occorre ringraziare per questo il D.Lgs. n.502/92, ovvero quello che ha dato origine alla più importante riforma del nostro Sistema Sanitario Nazionale. È da qui che parte il cambiamento radicale nella gestione della sanità;
  • Dal 1992 miracolosamente anche nella Polizia di Stato ci si accorge che manca un componente nel team sanitario, oltre ai Medici e ad altri Professionisti della Salute, occorre inserire gli Infermieri. A questo punto il Servizio Sanitario della Polizia di Stato si completa definitivamente e per la prima volta gli agenti con “in possesso di qualche pratica infermieristica” vengono sostituiti definitivamente con veri e propri Infermieri.
  • La PS si dota all’epoca di un Infermiere Professionista, un esperto della materia così come vuole la Legge dello Stato Italiano, ovvero: “di un Infermiere in possesso di specifiche conoscenze tecnico-scientifiche, che è in grado di sviluppare una capacità di relazione, che ha come base l'empatia, il rispetto e la comprensione dell'altro, che è capace di interiorizzare un comportamento etico e deontologico”.

Arriva il primo Concorso per Infermieri di Polizia

Il primo Concorso specifico per Infermieri di Polizia (con mansioni non ancora chiare e inquadramento tecnico) è stato emanato proprio nel 1992.

Tre anni dopo, nel 1995, si ha il secondo Concorso nazionale con l’assunzione di 174 Infermieri: “aperto a tutti i cittadini italiani in possesso del diploma di infermiere professionale; le procedure concorsuali si completeranno nel 2000; titolo esclusivo per la partecipazione: diploma di infermiere”.

Dal 2000 vi sono stati alcuni concorsi interni (riservati al personale appartenente ad altre qualifiche, ma in possesso del titolo di infermiere), fino a giungere nel 2013 all’emanazione di un altro Bando di Concorso e l’assunzione di 56 Infermieri nei ranghi della PS.

Superato un momento iniziale di incertezza circa i requisiti di partecipazione ai concorsi interni per Infermiere - ha spiegato Bellini in quel di Roma - oggi la professione di Infermiere nella Polizia di Stato si avvia sempre di più, anche grazie alla costante volontà di ammodernamento ed affermazione che contraddistingue il servizio sanitario, verso l’adeguamento ed al pieno riconoscimento professionale.

Gli Infermieri che lavorano attualmente in Polizia di Stato

In organico vi sono 216 Infermieri, tutti con compiti tecnici. Si tratta del più basso livello contrattuale per il poliziotto.

Il personale di P.S. è organizzato secondo tre ruoli ben distinti (in base al Decreto del Presidente della Repubblica Italiana n. 337/1982):

  1. ordinario;
  2. tecnico scientifico e tecnico;
  3. professionale.

Il massimo della carriera che un Infermiere di Polizia può raggiungere è quello del “perito tecnico”, che in ambito civile può identificarsi con il vecchio “caposala” o con il nuovo “coordinatore infermieristico”. Si noti che non è previsto nessun ruolo dirigenziale.

L’Infermiere, spiega Bellini, viene inquadrato al proprio inizio di carriera nel ruolo dei “revisori tecnici” della Polizia di Stato: “il personale appartenente al ruolo dei revisori tecnici svolge mansioni esecutive richiedenti conoscenza specialistica nel settore tecnico al quale è adibito, con capacità di utilizzazione di mezzi e strumenti complessi e di interpretazione di disegni, grafici e dati nell'ambito di direttive di massima ricevute...omissis…al suddetto personale possono essere attribuiti compiti di istruzione del personale subordinato (…)” (DPR 337/82, art. 15).

È obbligatoria l’iscrizione all’Albo nazionale degli Infermieri per chi lavora nella PS?

La risposta è negativa, nonostante ciò quasi tutti gli Infermieri di Polizia hanno fatto la scelta di iscriversi al Collegio provinciale IPASVI di competenza e quindi di far parte dell’Albo nazionale.

Non è tutto. Gli Infermieri di Polizia, pure se dotati di Laurea triennale o titolo equipollente o di Laurea di secondo livello, non vengono riconosciuti come tali. Infatti, rispondono ancora al D.M. del 18 luglio 1985 dove si parla di “Mansioni esecutive affidate ai superiori” (come il vecchio Mansionario per gli Infermieri civili) e non come dovrebbe essere al Dm. 739/94 (Profilo Professionale) che li rende responsabili dell’assistenza generale Infermieristica.

Inoltre, ribadiamo, l’Infermiere di Polizia non ha possibilità di fare carriera, a differenza dell’Infermiere civile che può ambire anche a ruoli altamente dirigenziali.

Ruolo e competenze dell’Infermiere di Polizia

Qui entriamo in un campo piuttosto minato. L’Infermiere di Polizia non è autonomo, ma:

  1. segue l’utente dall’ingresso alla quiescenza;
  2. è il primo interlocutore nella richiesta di assistenza;
  3. è il primo referente del bisogno di salute o dello stato di necessità dell’utente/poliziotto;
  4. traduce il bisogno di assistenza;
  5. fa da guida per l’utente;
  6. è anche un Infermiere Forense;
  7. è un formatore;
  8. è parte integrante della medicina del lavoro;
  9. è una figura in costante “modellamento” (e questo è un bene, perché la professione nell’ambito della PS è in continua evoluzione).

L’Infermiere di Polizia, aggiunge Bellini, è:

  1. un Infermiere di Sanità Pubblica nell’area della prevenzione, negli interventi volti al miglioramento continuo della qualità sul luogo di lavoro, nel contribuire alla promozione della salute attraverso l’educazione alla salute, la prevenzione e la diagnosi precoce;
  2. Ufficiale di Polizia Giudiziaria in campo sanitario che si traduce in un professionista specializzato nella valutazione di ogni aspetto giuridico e giurisprudenziale che riguardi l’esercizio dell’assistenza infermieristica;
  3. è un Infermiere di Area Critica, visto il suo costante impiego nelle attività considerate a rischio per il personale di polizia (esercitazioni con armi da fuoco, attività subacquee, manifestazioni caratterizzate da intensa partecipazione di persone, ambienti NBC, paracadutismo, etc.) o contesti che vedono coinvolte persone non appartenenti alla Polizia di Stato come le pubbliche calamità o attentati;
  4. è un formatore, perché contribuisce al fabbisogno formativo nelle materie di primo soccorso, igiene, medicina del lavoro che devono necessariamente essere bagaglio di ogni operatore di polizia;
  5. è parte integrante di quel contesto di intervento denominato medicina del lavoro: titolari di patenti di guida per automezzi in servizio di polizia, istruttori di tiro, armaioli e addetti alla custodia delle armi, addetti all’officina e all’autorimessa, addetti ai videoterminali, sommozzatori, artificieri, paracadutisti, atleti, orchestrali;
  6. è una figura in costante “modellamento” alle esigenze che è chiamato ad assolvere: a seconda del proprio ambito di attività (Questura, Istituto di Istruzione, Reparto Mobile, Centro Nautico, Scuola Alpina, Reparto Speciale) riceve una formazione ad hoc: BLS, F. sub, Alpinismo, intervento durante i servizi di Ordine Pubblico, ecc.;
  7. è un poliziotto impiegato, tra le altre cose, ad erogare assistenza in tutti quei contesti in cui non è possibile farla erogare da altro personale del S.S.N., ovvero nel caso di soggetti destinatari dei provvedimenti di estradizione, di collaboratori di giustizia e rifugiati politici;
  8. è anche un burocrate, che produce continuamente incartamenti e documentazione digitale.

Prospettive future

Dal primo all’ultimo concorso per Infermieri di Polizia sono passati circa 20 anni. Oggi gli agenti che hanno questo ruolo specifico sono 216 a livello nazionale: sono pochissimi e non riescono a soddisfare il bisogno dei colleghi in difficoltà con la salute. Di contro, i Medici di Polizia sono 350.

Tante sono le sedi vacanti o coperte da una sola unità infermieristica; oggi non viene garantito, quindi, un buon livello di assistenza. Occorrerebbero nuovi concorsi a cadenza annuale o biennale come avviene per i Medici o dare la possibilità agli Infermieri che lo volessero di arruolarsi liberamente.

Occorre, per quanto detto finora, affrontare seriamente l’adeguamento normativo: dagli anni ‘90 in avanti nel Servizio Sanitario Nazionale sono emerse tante novità (abolizione del mansionario, crediti Ecm, dirigenza per i laureati, laurea per diventare infermieri, inquadramento nel Ruolo Direttivo per gli Infermieri ed altro).

Quali sono le richieste specifiche degli Infermieri di Polizia?

Recepire ed adeguarsi all’esistente. Quindi:

  1. abolire il mansionario (D.M. del 18 luglio 1985);
  2. iscrizione obbligatoria all’Albo nazionale degli Infermieri e quindi all’Ipasvi;
  3. obbligo formativo post-base (Ecm);
  4. adesione ai dettami del “Profilo Professionale dell’Infermiere” (D.M. 739/94 e alle leggi successive).

In altre parole, fare riferimento alla specifica normativa di settore già emanata dallo Stato Italiano ed applicarla anche ai lavoratori Infermieri della Polizia di Stato (D.M.739/1994, L.42/1999, L.43/2006).

A quanto già detto va aggiunto il nuovo inquadramento:

  1. gli Infermieri di Polizia non devono essere più manovalanza, ma riconosciuti come dei Professionisti della Salute e poter ambire a ruoli dirigenziali come avviene per i colleghi laureati in altre discipline;
  2. è necessaria la collocazione nel Ruolo Direttivo (come previsto dall’attuale bozza di revisione dei ruoli della Polizia di Stato ai sensi della Legge n.124 del 2015).

Che tradotto nel linguaggio proprio della Polizia di Stato, significa:

  • non ha senso assumere un diplomato e inquadrarlo come “ispettore”;
  • non ha senso assumere un laureato di 1° livello (Infermiere) e inquadrato come “revisore tecnico”;
  • i laureati Infermieri iniziano la carriera con la qualifica di Vice-Revisore Tecnico (D.P.R. 337 del 1982 e D.Lgs. 12/5/1995, n.197);
  • nelle Forze Armate entrerebbero come “Sergenti”.

Attualmente lo schema gerarchico della Polizia di Stato prevede:

  1. Commissario (Laurea);
  2. Ispettore (Diploma);
  3. Revisore (Laurea Infermiere).

La proposta avanzata a Roma dagli Infermieri di Polizia è stata un’altra (piuttosto chiara e rispettosa dei ruoli e delle competenze):

  • Commissario (Laurea);
  • Laureati di primo livello (Laurea in Infermieristica);
  • Ispettore (Diploma).
  • La giusta collocazione dell’infermiere non può essere che nel Ruolo dei Direttivi della Polizia di Stato: qualifica che terrebbe conto degli specifici anni di formazione occorrenti per diventare infermiere e della laurea da dover conseguire.

Bellini ha chiarito anche un altro aspetto: gli Infermieri di Polizia non possono più restare in un ruolo tecnico, ma devono necessariamente essere inseriti nel Ruolo Professionale dei Sanitari (DPR 338/82) ed essere dotati di Laurea o titolo universitario equipollente e di iscrizione all’Albo degli Infermieri.

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