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Cosenza: Imboscati? Serve ricognizione seria del personale

di Redazione

Imboscati è un termine che mortifica qualunque lavoratore e generalizzare non fa altro che porre tutto sullo stesso piano. Utilizzare questo termine in sanità non mi sembra appropriato, perché nell'immaginario collettivo si pensa ad un imboscato come a qualcuno che non ha voglia di fare nulla. Così il presidente dell'Ordine degli Infermieri di Cosenza, Fausto Sposato, difende la categoria intervenendo in merito alle polemiche scoppiate dopo le dichiarazioni del consigliere della Regione Calabria, Davide Tavernise, sugli imboscati del sistema sanitario regionale.

Infermieri imboscati, Opi Cosenza: si metta ognuno al proprio posto

Commentando i dati riportati in un dettagliato report che descrive i numeri del fenomeno, l'esponente politico si riferiva alle centinaia di operatori sanitari che, pur non avendone diritto per esoneri certificati, restano lontani dalla corsia e svolgono attività (generalmente di tipo amministrativo) diverse da quelle del profilo per il quale sono stati assunti.

Riconoscendo che nel corso degli anni molto personale sanitario è stato utilizzato in altre mansioni per sopperire alla carenza di personale amministrativo diventando con il tempo tuttavia indispensabile per quel servizio, il presidente dell'Opi sottolinea che, anziché parlare di imboscati, bisognerebbe piuttosto chiedere alle aziende di cambiare il profilo di questi dipendenti o di ricollocarli eventualmente altrove in base alle competenze acquisite.

A tal fine suggerisce che basterebbe fare una seria ricognizione di tutto il personale, anche a tutela dei dipendenti che presentano limitazioni reali. Ritiene che laddove questa indagine fosse condotta con scrupolo, si scoprirebbe alla fine un minor bisogno, per quanto riguarda le dotazioni d'organico per categoria professionale, non solo di personale amministrativo, largamente impiegato sinora, ma anche di medici, infermieri, operatori di supporto e tecnici sanitari e non sanitari. Si metta ognuno al proprio posto, nel rispetto delle competenze acquisite che oggi sono un patrimonio per la stessa azienda, esorta.

Ritiene pertanto che non sia appropriato e rispettoso definire imboscati i molti operatori sanitari che presentano naturalmente qualche limitazione fisica, date dall'età o dalla comparsa di patologie legate all'invecchiamento. In fondo anche gli infermieri calabresi, in linea con la media nazionale, hanno oltre 52 anni.

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