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COVID-19

Treviso, infermiera fingeva di vaccinare gli amici no vax

di Redazione Roma

Già sospesa dal servizio e regolarmente vaccinata, l'infermiera 50enne potrebbe dover rispondere in tribunale dei reati di falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio. L’inchiesta nasce da una segnalazione dell’Ulss 2. Nel veneziano alcuni sanitari no vax scendono in piazza per solidarietà verso medico sospeso.

Finte iniezioni ad amici no vax, sospesa un'infermiera nel trevigiano

Sospesa un'infermiera nel trevigiano: avrebbe finto di inoculare vaccino anti Covid ad amici no vax che volevano comunque ottenere il green pass

A Treviso è stata sospesa a tempo indeterminato l’infermiera che non avrebbe inoculato il vaccino ai suoi amici no vax – una decina in tutto –, ma che volevano comunque ottenere il green pass.

L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’Ulss 2: presso l’hub dell’ex Maber di Villorba, alcuni colleghi avevano notato comportamenti anomali da parte della professionista sanitaria, segnalandoli ai propri superiori. Da qui l’indagine condotta dalla squadra mobile di Treviso – coordinata dal pubblico ministero, Gabriella Cama – con la Procura di Treviso che ha aperto un fascicolo per falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio.

Con quale ipotesi di reato? L’infermiera avrebbe finto di vaccinare gli amici che le avrebbero richiesto, in modo esplicito, non fosse inoculata la dose. E ora al vaglio del pm non c’è solo la posizione dell’operatrice sanitaria, ma anche quella di questi cittadini no vax. Nel frattempo la polizia ha provveduto a sequestrare i bidoncini dove sono state gettate le siringhe e l’infermiera è stata condotta in Questura per essere ascoltata.

La donna, 50enne, professionista del dipartimento di Prevenzione con oltre vent’anni di servizio alle spalle, non sarebbe una sanitaria no vax, risultando infatti regolarmente vaccinata. Ma avrebbe fatto una sorta di “favore” a chi, tra i suoi amici, non intendeva vaccinarsi ma, allo stesso tempo, ottenere la certificazione verde Covid-19. Ad ogni modo, le indagini sono ancora in corso. Il commento del direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi: Il nostro messaggio, in primis, è che questa segnalazione è stata fatta dall’Ulss 2, dal dipartimento di Prevenzione di cui è direttore Stefano De Rui, e dai suoi collaboratori. Attendiamo la decisione del magistrato.

Spostandosi di pochi chilometri, ha del surreale la vicenda del medico di base no vax che – sospeso per essersi sottratto alla vaccinazione contro Covid-19 – ha ricevuto la solidarietà di alcuni colleghi e pazienti, scesi in piazza per sostenerlo. È quanto avvenuto nel weekend a Concordia Sagittaria, nel veneziano, dove l’Ulss 4 Veneto Orientale ha sospeso dall’incarico il medico di medicina generale, il primo in questa area.

Per tutta risposta, decine di cittadini – non solo suoi pazienti ma anche infermieri e colleghi medici – hanno protestato nella piazza centrale, sostenendo il diritto alla libertà di scelta e di cura. I manifestanti, seppur in numero esiguo, hanno lamentato per un’ingiustizia diventata legge, perché la salute e il lavoro rappresentano un diritto e non un ricatto e, soprattutto, contro la sospensione del medico no vax. Trattandosi di un ottimo professionista ingiustamente sostituito.

Giornalista

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