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Editoriale

Se domani non torno, mamma, distruggi tutto

di Giordano Cotichelli

In queste ultime ore i social hanno accompagnato la tragica notizia del femminicidio di Giulia Cecchettin facendo rimbalzare la poesia dell’attivista peruviana Cristina Torre Càceres. Sono versi di denuncia sociale, versi di dolore cui si è aggrappata Elena, la sorella di Giulia. Il cortile dell’Università di Padova, dove Giulia stava per laurearsi, si è riempito di studenti che le hanno reso omaggio trascrivendo su uno striscione i versi della poesia e denunciando una società fondata sulla cultura dello stupro, del catcalling, dell’inganno ideologico dell’amore malato. In Germania, davanti all’edificio dove è in stato di arresto colui che è ritenuto l’assassino di Giulia, qualcuna ha deposto dei fiori e dei ceri in segno di vicinanza alla ragazza uccisa. C’è anche un foglio appoggiato in terra, con su scritta la poesia citata.

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