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Fsi-Usae: I nodi sono ancora molti

di Redazione

Pubblico Impiego

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Una trattativa serrata di dodici ore e ancora non ci sono certezze rispetto alle risorse in campo e a come saranno distribuite È questa l’amara considerazione di Adamo Bonazzi, segretario generale Fsi-Usae, nella pausa che il tavolo negoziale si è concesso nelle trattative per il rinnovo del contratto della sanità. I nodi sulla parte normativa sono ancora moltissimi, ha aggiunto, " e abbiamo dovuto pesantemente stigmatizzare il modo di procedere dell’agenzia che ha cercato di introdurre norme contrattuali analoghe a quelle già inserite nel contratto degli statali delle Funzioni Centrali; norme che non hanno alcuna attinenza con le peculiarità tipiche del comparto della sanità.

Contratto sanità, Fsi-Usae: Dopo undici ore di trattativa ancora molti nodi

Trattativa fiume quella che è in corso all'Aran da ieri mattina e che fino all'alba di oggi non ha ancora dato esito ad alcuna fumata.

Dopo dodici ore di trattativa non abbiamo ancora visto una tabella economica - ha commentato Adamo Bonazzi, segretario generale Fsi-Usae - e in compenso i nodi sulla parte normativa sono moltissimi con il conseguente accantonamento in attesa di risposte concrete della parte pubblica.

Bonazzi fa sapere che sono state rigettate tutte le richieste relative alle deroghe in materia di orari di lavoro e abbiamo richiesto tantissime modifiche sulla parte relativa alla costituzione del rapporto di lavoro e molto altro, senza che si sia giunti però ad una risposta definitiva.

Resta ancora da trattare, fa sapere il segretario generale Fsi-Usae, la parte relativa agli incarichi e alle innovazioni professionali ed organizzative che necessitano di significativi interventi invece sull’impianto della scala parametrica contrattuale che recepiscano le nuove professioni introdotte nel sistema negli ultimi 15 anni (come ad esempio gli Operatori Socio Sanitari) e che diano la giusta soddisfazione a quei professionisti della sanità che hanno investito il proprio tempo e in molti casi il proprio denaro per acquisire formazione supplementare e nuove competenze.

È una questione di giustizia professionale: chi ha delle competenze va valorizzato. Inoltre, vogliamo che l’Aran modifichi le indennità per compensare adeguatamente i vari disagi, partendo da chi lavora su turni o da chi resta a disposizione del sistema con la pronta disponibilità.

Il personale del comparto sanità, ha precisato Bonazzi, è l'unico comparto in cui il 70% del personale lavora su turni h24, sette giorni su sette, ed unico comparto ad avere una componente di lavoro femminile molto alta e vicina ai 2/3 del personale, motivo per il quale la nostra organizzazione ha dovuto pesantemente stigmatizzare il modo di procedere dell’agenzia che ha cercato di introdurre norme contrattuali analoghe a quelle già inserite nel contratto degli statali delle Funzioni Centrali; norme che non hanno alcuna attinenza.

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