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Sanità, Cisl: aumentare stipendi e presidi su territorio

di Redazione

Pubblico Impiego

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Un vero e proprio documento programmatico in 16 punti per il rilancio della sanità pubblica, dei servizi socio-assistenziali, del sostegno alla non autosufficienza. A metterlo a punto è stata la Cisl, che lo ha presentato nella mattinata del 14 luglio in un convegno organizzato all'Auditorium del Massimo di Roma con le categorie Cisl Fnp, Cisl Fp e Cisl Medici. E sul capitolo "sblocco contratti" è arrivato l'impegno del ministro della Salute Schillaci: C'è il nostro impegno per sbloccare il contratto, chiudere quello che risale al 2019-21 e poi programmare con il Mef nuove risorse per il contratto 2022-2024.

Documento Cisl a Governo: basta tagli, ora investimenti e risorse

La Cisl ha presentato la sua piattaforma sanità con 16 proposte per il rilancio del Ssn

L'iniziativa, dal titolo "La cura della persona, il valore del lavoro", è stata l'occasione per consegnare il documento direttamente al Governo, rappresentato dai ministri della Salute, Orazio Schillaci, e del Lavoro e Politiche sociali, Marina Elvira Calderone.

A interloquire con loro durante l'incontro, tra gli altri, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, il segretario confederale Ignazio Ganga e i segretari generali di Cisl Fnp, Cisl Fp e Cisl Medici, Emilio Didoné, Maurizio Petriccioli e Benedetto Magliozzi. Intervenuto in collegamento video anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

Secondo la Cisl, creare reti di prossimità e strutture intermedie per allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese, anche attraverso l'impiego di tecnologie innovative e l'investimento in ricerca e digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale, richiede una corretta attuazione degli investimenti e delle riforme previste nel Pnrr, non escludendo a priori il ricorso, in tutto o in parte, agli stanziamenti del Mes sanitario in quanto le risorse messe a disposizione dal Pnrr sono rivolte quasi esclusivamente a interventi strutturali e questi ultimi sarebbero poco efficaci senza l'ausilio dei professionisti che potrebbero essere giustappunto finanziati attraverso le assegnazioni della predetta linea di credito.

Perciò, sottolinea il sindacato nel documento, se vogliamo continuare a garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute sancito nell'articolo 32 della nostra Costituzione sarà necessario intervenire a partire dall'incremento delle risorse del Fondo sanitario nazionale.

Dopo la drammatica emergenza pandemica, spiega la Cisl, ci saremmo aspettati forti investimenti per la sanità pubblica, mentre il Def 2023 prevede una riduzione della spesa sanitaria nonostante gli elementi di complessità davanti agli occhi di tutti. Infatti, nonostante il crescente finanziamento del Ssn in questi anni, nel Def 2023 si prevede una decrescita della spesa sanitaria che passerà dal 6,7% del Pil nel 2023 al 6,2% nel 2025.

In realtà basterebbe - continua il sindacato - intervenire con una seria lotta all'evasione per adeguare il finanziamento per il Ssn cercando di recuperare parte dei 100 miliardi di evasione fiscale; dagli ultimi dati del Mef nel 2019 risultano evasi circa 32 miliardi di Irpef da lavoro autonomo e imprese e 27,7 miliardi di Iva. In totale circa 60 miliardi che potrebbero essere in parte investiti sulla sanità pubblica. Sappiamo, infatti, che l'imposizione fiscale costituisce la parte preponderante delle fonti che finanziano il Fondo sanitario nazionale: la componente diretta rappresenta mediamente il 27,6% del totale (Irap 19,2% e addizionale Irpef 8,3%), mentre la componente indiretta (IVA e accise) è pari al 59,6% del totale.

Contemporaneamente, incalza il sindacato, da troppo tempo si invoca una riforma dell'assistenza ospedaliera e territoriale e la loro integrazione con il sociale. Sono stati approvati a tal fine il dm 70/2015 (riforma ospedaliera) e il dm 77/2022 (riforma assistenza territoriale), ma ad oggi non hanno portato ad alcun miglioramento dell'assistenza.

Per rinforzare il Ssn non servono solo più risorse, ma servono anche più programmazione e più organizzazione. Tra liste di attesa, rinunce alle cure e disuguaglianze il Ssn è in codice rosso da tempo. Il Ssn universale, pubblico e accessibile a tutti è un bene prezioso che va rafforzato e rilanciato, pena il rischio che possano determinarsi distinzioni tra la popolazione con malati di 'serie A' e di 'serie B'. Coloro che hanno accesso e che possono avere una sanità a pagamento e coloro che sono senza servizio sanitario perché non possono pagare.

Oggi, evidenzia ancora la Cisl, purtroppo il Ssn sta velocemente lasciando il passo alla sanità privata, come dimostrato dalla spesa out of pocket che ha raggiunto 40 miliardi di euro (poco meno di 1/3 del finanziamento del Ssn) di cui 10 miliardi intermediata dai Fondi assicurativi. Si allargano sempre più le differenze sociali tra coloro che possono permettersi di sottoscrivere polizze sanitarie private o accedere a quelle previste dal welfare contrattuale e il resto delle persone, per lo più anziane, che per accedere alle cure del Ssn sono spesso costrette a liste d'attesa interminabili. Tutto ciò spinge i cittadini a prendere in considerazione la possibilità di stipulare assicurazioni sanitarie come succede già in altri Paesi, sviluppando un modello sanitario ben lontano da quello attuale che si fonda sui principi universalistici previsti dall'articolo 32 della Costituzione. Da un recente sondaggio è emerso che quasi un italiano su due (46%) sarebbe interessato alla possibilità di sottoscrivere un'assicurazione sanitaria integrativa.

A nostro avviso sanità pubblica e privata possono e devono convivere, con la seconda che può solo integrare e aiutare, con contratti di convenzione, il Ssn ma non sostituirsi ad esso. La governance sanitaria per la Cisl dovrà continuare a rimanere saldamente sotto la sfera pubblica, ed è anche per questo motivo che è necessario creare le opportunità affinché tutti i professionisti della salute del Ssn possano partecipare in regime di libera professione, anche intramuraria, all'erogazione di prestazioni sanitarie rientranti nei piani sanitari delle assicurazioni integrative. Questo limiterebbe la fuga del personale verso il privato e contemporaneamente garantirebbe l'entrata di risorse finanziarie che potrebbero essere messe a disposizione di tutti, conclude la Cisl.

Sbarra: Investire ogni centesimo Pnrr e riprendere discussione Mes sanitario

Nella sanità italiana c'è un problema di risorse: dal 2010 al 2019, attraverso l'odiosa operazione dei tagli lineari, sono stati tolti quasi 37 miliardi dal Servizio sanitario nazionale. Una condizione che ha creato tante diseguaglianze e una difficoltà soprattutto nelle aree meridionali, comportando un blocco delle assunzioni con un'operazione di forte esternalizzazione dei servizi. Bisogna rafforzare il Fondo sanitario nazionale con dotazioni finanziarie adeguate, in questo modo possiamo rilanciare il Sistema sanitario nazionale.

Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del convegno. In Italia, rispetto alla media europea, mancano 150mila infermieri, 20mila medici e personale ausiliario, ha aggiunto Sbarra. Secondo il quale occorre ripartire valorizzando il lavoro, che per noi significa aumentare le retribuzioni, rinnovare i contatti e investire in medicina territoriale di prossimità. Questo serve oggi per curare la sanità italiana. Bisogna investire fino all'ultimo centesimo di quanto è stato programmato nella missione 6 del Pnrr. Poi valutiamo la possibilità riprendere la discussione sul Mes sanitario, perché alla sanità italiana servono risorse. Bisogna spendere e spendere bene per rilanciare il diritto alla salute, ha concluso il segretario

Schillaci: Impegno per sblocco contratti, risorse su 2022-2024

Sullo sblocco del turnover e dei contratti in sanità ci siamo impegnati e abbiamo incontrato i sindacati più di una volta. C'è il nostro impegno per sbloccare il contratto, chiudere quello che risale al 2019-21 e poi programmare con il Mef nuove risorse per il contratto 2022-2024". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine del convegno organizzato dalla Cisl a Roma in difesa della sanità pubblica.

Abbiamo un primo incontro con il ministro Giorgetti a fine luglio. Stiamo facendo una ricognizione per arrivare al tavolo con delle proposte concrete: a noi interessa, soprattutto, che quello che ci sarà in più sia prioritariamente destinato a incrementare gli stipendi degli operatori sanitari. Stiamo valutando con gli uffici tecnici le richieste da avanzare - ha aggiunto Schillaci - è necessario aumentare gli stipendi degli operatori sanitari e rendere strutturale l'aumento dell'extra orario per tutti i medici e per tutti i professionisti sanitari. Io credo che su base autonoma chi vuole lavorare di più, se pagato meglio, lo farà per il Ssn e questo diventa uno strumento formidabile per combattere le liste di attesa.

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