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Emergenza-Urgenza

Gestione emergenze territoriali, l'esperienza 118 di Pozzuoli

di Monica Vaccaretti

Extraospedaliera

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Una Centrale Operativa 118 è il cuore pulsante del soccorso intra ed extra ospedaliero. E rappresenta un faro nella notte per tutti quei cittadini che, non trovando una risposta altrove ai propri bisogni di salute, ci contattano. In ogni caso, da noi una risposta la trovano sempre. Così Antonio Del Prete, infermiere Responsabile Organizzativo della Centrale Operativa 118 Asl Napoli 2 Nord, descrive l'intensa attività di Emergenza ed Urgenza che, gestita da Pozzuoli presso l'Ospedale Santa Maria delle Grazie, copre un bacino di utenza di 1 milione e 100 mila abitanti estesi in 32 comuni campani, comprese le isole di Ischia e Procida. Oltre agli interventi di soccorso primario, la Centrale Operativa di Pozzuoli, dotata di eliporto per l'atterraggio dell'elisoccorso, gestisce anche i trasporti secondari da e per le due isole e per tutta l'Azienda Sanitaria Napoli 2. Le telecamere di Nurse24.it sono andate a documentarne l'intensa attività.

Viaggio all'interno della Centrale Operativa 118 Asl Napoli 2 Nord

Da un report del 2022 emerge che abbiamo gestito circa 190mila telefonate in ingresso che hanno generato circa 70 mila interventi dei mezzi di soccorso. Gli eventi patologici che nel nostro territorio hanno avuto una maggiore incidenza sono stati quelli traumatici e cardiologici, illustra Antonio Del Prete. Sono numeri importanti che descrivono un notevole carico di lavoro proveniente da un vasto territorio.

L'attività è resa possibile da 33 mezzi di soccorso, di cui 6 automediche, 27 mezzi di soccorso infermieristici e 2 idroambulanze per il soccorso e il trasporto in mare. Sono necessari circa 400 professionisti sanitari, la maggior parte dei quali sono infermieri, per gestire una Centrale Operativa 118 di queste dimensioni.

Oltre alla Direzione medica dell'unità operativa, l'organigramma prevede due infermieri esperti con incarico di funzione organizzativa e due coordinatori, spiega Del Prete mentre gli infermieri della Centrale continuano la loro frenetica attività gestendo le chiamate di soccorso e coordinando i mezzi da inviare.

Da dove sta chiamando? Qual è l' emergenza? Cosa sta succedendo?, risponde al telefono un'infermiera. La B è sul posto, pertanto annulla l'intervento. Missione annullata per te, avverte un'altra parlando con un collega che, su un'ambulanza già partita, si sta dirigendo sul luogo richiesto da una precedente chiamata urgente di soccorso.

Per gestire un'intervista telefonica serve una grande capacità comunicativa e relazionale. È necessario che gli infermieri siano adeguatamente formati per capire rapidamente la gravità della patologia riferita, definire in modo appropriato l'urgenza dell'intervento richiesto, valutare correttamente i bisogni dell'utente e coordinare nei tempi più idonei l'invio sul territorio del mezzo di soccorso adeguato.

Lo fanno seguendo protocolli e procedure ben definite, racconta Del Prete sottolineando che la telefonata è sempre un momento di criticità in quanto l'utente spesso chiede di fare presto senza fornire le precise indicazioni del posto e le corrette informazioni sulla tipologia di evento per il quale richiede un intervento di soccorso.

Alla fine di un processo decisionale molto dinamico, l'infermiere di Centrale Operativa riesce a gestire correttamente la chiamata, guidando l'utente nell'intervista. Coglie la gravità clinica dell'intervento, attribuisce una codifica colorimetrica e decide quale tipo di mezzo, infermieristico e/o medicalizzato, inviare. Nel frattempo egli ha già allertato, in maniera informatizzata, l'equipaggio del mezzo di soccorso più qualificato che in 60-90 secondi è già partito verso la destinazione richiesta. La missione di soccorso viene ricevuta dagli infermieri sulle ambulanze su un tablet con tutte le informazioni sanitarie del caso. Tale dispositivo permette anche la geolocalizzazione del mezzo affinché l'intervento sia più tempestivo possibile nel raggiungere il target su cui intervenire.

Come avviene l'inserimento di un nuovo infermiere in Centrale Operativa

Il 118 è un sistema molto dinamico. C'è necessità di una flessibilità mentale da parte di tutto il personale. Gli infermieri di emergenza urgenza acquisiscono competenze tali da riuscire ad essere efficacemente operativi sia sui mezzi di soccorso che in centrale operativa.

Rispettando le norme contrattuali gli infermieri del 118 lavorano in turni predisposti per coprire le 24 ore. Ogni turno di lavoro prevede un organico di 5 infermieri. Grazie ad una attenta calendarizzazione, il 30% dell'orario di lavoro annuale viene esercitato in Centrale operativa e il 70% sui mezzi di soccorso. Questa organizzazione ci permette di affrontare ogni criticità e di creare omogeneità nei comportamenti dei professionisti che, alternandosi nelle due attività, sanno comprendere il lavoro del collega.

Del Prete sottolinea inoltre che la maggior parte degli infermieri della Centrale Operativa di Pozzuoli sono impegnati anche in attività extra lavorativa. Sono stati creati quattro gruppi di lavoro che riguardano la formazione e l'aggiornamento, la ricerca e lo sviluppo, la verifica della qualità della Centrale e la verifica della qualità sul territorio.

C'è particolare cura durante l'inserimento di un infermiere che, neoassunto o trasferito, arriva al 118. Poiché crediamo che uno non valga uno, abbiamo predisposto una procedura per gestire un percorso di inserimento personalizzato che tenga conto delle attitudini, delle caratteristiche peculiari e delle competenze acquisite da esperienze professionali precedenti così che tutti possano raggiungere, seppur con tempi diversi, le competenze specialistiche richieste ad un infermiere di 118 attraverso un sistema di tutoraggio e affiancamento con infermieri già esperti. È prevista una formazione specifica, sia clinica che gestionale, poiché la tecnologia necessaria per gestire una Centrale è molto complessa.

L'arrivo dell'infermiere al 118 è sempre un momento particolare. Bisogna considerare l'impatto significativo. All'inizio si prova una sorta di sbandamento emotivo. Entrando a fare parte di un'equipe complessa, composta anche da autisti soccorritori e dai medici dell'emergenza, l'infermiere impatta con una diversa visione della sua figura. Si ritrova ad essere molto presente ed attivo, prendendo decisioni in autonomia qualora sia team leader dell'equipaggio e collaborando in maniera stretta e con tempi strettissimi con gli altri membri del team di soccorso.

Siamo operatori sanitari che credono in quello che fanno, conclude Del Prete ponendo l'attenzione sul tema delle ripetute violenze che ogni giorno sul posto di lavoro colpiscono ovunque la categoria. Sono uno tra quei professionisti che sono stati aggrediti fisicamente, dichiara sottolineando che eventi del genere compromettono l'aspetto psicologico dell'operatore che, tenuto a salvare la vita degli altri, vede minacciata ed aggredita la propria.

Ogni forma di aggressione, anche quella verbale, sconvolge a tal punto emotivamente che ti viene voglia di lasciare il 118. Alla fine con molta riflessione questa rabbia mi è sfumata e sono ritornato ancora con più forza sui mezzi di soccorso per aiutare le persone.

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